NVIDIA il “cuore pulsante” dell’Intelligenza Artificiale

Quale strategia ha permesso l’ascesa straordinaria di NVIDIA, l’azienda che ha superato i 5.000 miliardi di dollari di capitalizzazione, ridefinendo gli equilibri della geopolitica tecnologica mondiale? Ne parliamo con Antonino Caffo, giornalista esperto di AI e di tecnologia digitale
Quali sono le strategie e i principali fattori che hanno permesso a Nvidia di raggiungere la storica soglia dei 5 mila miliardi di capitalizzazione, superando colossi come Apple e Microsoft?
Il raggiungimento della capitalizzazione di 5 mila miliardi di dollari da parte di Nvidia, un traguardo che l'ha portata a superare giganti consolidati come Apple e Microsoft, non è il risultato di un singolo evento, ma di una strategia pluriennale culminata in un dominio quasi assoluto nel settore che sta definendo l'attuale era tecnologica: l'intelligenza artificiale. Il fattore primario è stata la lungimiranza strategica dell'azienda e del suo CEO, Jensen Huang, nel riconoscere che le sue Unità di Elaborazione Grafica (GPU), originariamente progettate per il gaming, possedevano l'architettura di calcolo parallelo ideale per addestrare i complessi modelli di intelligenza artificiale. Questa intuizione ha trasformato Nvidia da un'azienda di hardware per videogiochi nel fornitore indispensabile di "pale e picconi" per la nuova corsa all'oro dell'IA.
Come ha inciso il boom dell’intelligenza artificiale sulla crescita di Nvidia, soprattutto nel mercato delle GPU e nei settori di data center e supercomputer?
Il boom dell'intelligenza artificiale non ha semplicemente inciso sulla crescita di Nvidia: l'ha letteralmente ridefinita, trasformandola da un'azienda leader nel gaming a un colosso tecnologico che funge da pilastro infrastrutturale per l'intera economia digitale. L'impatto è stato profondo e ha investito in pieno proprio i settori delle GPU, dei data center e dei supercomputer, che sono diventati il motore primario del suo fatturato e della valutazione.
Quali sono i potenziali rischi finanziari e di “bolla” legati al valore odierno di Nvidia, considerando gli allarmi lanciati da economisti e investitori sui titoli tecnologici trainati dall’IA?
L'ascesa ha inevitabilmente acceso un dibattito sul rischio di una bolla speculativa, con molti parallelismi tracciati con la bolla delle dot-com dei primi anni 2000. Il principale timore, evidenziato da istituzioni come il Fondo Monetario Internazionale e la Banca d'Inghilterra, risiede in una potenziale "disconnessione" tra le valutazioni di borsa e i ricavi effettivi generati dalle applicazioni di IA. I rapporti prezzo/utili (P/E) dei titoli legati all'IA, Nvidia in primis, hanno raggiunto livelli molto elevati, suggerendo che gli investitori stiano prezzando aspettative di crescita future. Il rischio è che se l'appetito per gli investimenti in IA dovesse raffreddarsi, o se la monetizzazione di queste tecnologie dovesse rivelarsi più lenta o meno proficua del previsto, potrebbe verificarsi una correzione di mercato brusca e severa. Gli enormi costi per la costruzione dei data center necessari ad alimentare l'IA rappresentano un altro fattore di vulnerabilità. Alcuni critici, pur riconoscendo l'importanza trasformativa dell'IA, sostengono che l'entusiasmo degli investitori sia eccessivo e che il mercato stia sottovalutando i rischi. D'altra parte, figure come il CEO di Nvidia, Jensen Huang, hanno ripetutamente respinto l'idea di una bolla, sostenendo che ciò a cui assistiamo non è speculazione, ma un "cambiamento strutturale" fondamentale. Secondo questa visione, l'adozione dell'IA da parte di industrie reali, governi e multinazionali è un investimento infrastrutturale concreto e a lungo termine, simile alla costruzione delle reti elettriche o di Internet. Il dibattito, quindi, non verte tanto sull'importanza dell'IA, quanto sulla sostenibilità delle attuali valutazioni e sulla velocità con cui gli investimenti si tradurranno in profitti tangibili e diffusi.
In che modo le tensioni tra Stati Uniti e Cina, comprese le restrizioni sull’export dei chip e le mosse diplomatiche di figure come Trump e Xi Jinping, stanno influenzando il futuro di Nvidia e il mercato globale dei semiconduttori?
Le tensioni rappresentano uno dei maggiori rischi e, al contempo, un fattore di ridefinizione strategica per il futuro di Nvidia. Il governo statunitense ha identificato i semiconduttori avanzati come una tecnologia critica per la sicurezza nazionale e la supremazia militare, portando all'imposizione di severe restrizioni sull'esportazione dei chip di IA più potenti di Nvidia verso la Cina. Queste misure hanno colpito direttamente il business dell'azienda: la Cina, che un tempo rappresentava una quota significativa (circa il 20%) del fatturato di Nvidia, è vista ora come un mercato destinato a ridursi quasi a zero per i prodotti di punta. Queste restrizioni hanno avuto un impatto finanziario diretto, con perdite stimate in miliardi di dollari per chip specifici (come l'H20) che erano stati progettati appositamente per conformarsi a regole precedenti, poi ulteriormente inasprite. L'impatto più profondo, tuttavia, è strategico. Da un lato, Nvidia perde l'accesso al mercato in più rapida crescita per l'IA; dall'altro, le restrizioni statunitensi stanno accelerando in modo esponenziale gli sforzi della Cina per raggiungere l'"autosufficienza tecnologica". Pechino sta investendo massicciamente nello sviluppo di propri processori di IA per mano di aziende come Huawei, cercando di creare un ecosistema alternativo e indipendente.
Qual è il ruolo che Nvidia intende giocare nei prossimi anni nell’ecosistema globale dell’IA, anche attraverso partnership strategiche, investimenti in settori emergenti (come 6G e robotaxi), e rapporti con attori istituzionali e privati di USA, Cina ed Europa?
Nvidia non intende più essere solo il fornitore di hardware per l'intelligenza artificiale, ma punta a diventare l'architetto e il gestore dell'infrastruttura operativa fondamentale per la prossima fase dell'economia digitale. Il suo ruolo futuro è quello di una vera e propria "utility" dell'IA, il cui ecosistema hardware e software (CUDA) sarà tanto essenziale quanto lo è oggi l'elettricità per l'industria. Per raggiungere questo obiettivo, sta perseguendo una strategia aggressiva di espansione e integrazione verticale e orizzontale. Gli investimenti in settori emergenti sono emblematici di questa strategia. L'investimento da un miliardo di dollari in Nokia non è solo una scommessa sul 6G, ma un piano per infondere l'intelligenza artificiale direttamente nel cuore delle future reti di telecomunicazione. L'obiettivo è creare "reti intelligenti" capaci di gestire carichi di lavoro IA direttamente in "edge", potenziando tutto, dall'IoT industriale alla realtà aumentata. Allo stesso modo, la partnership con Stellantis e Uber per i robotaxi (con produzione prevista dal 2028) dimostra la volontà di fornire il "cervello" (la sua piattaforma di guida autonoma) per uno dei settori a più alta crescita e intensità del prossimo decennio.
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